N. 04 Andrea Amaducci
30,00 €
- Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
- Formato A3, 297 mm x 420 mm
- Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
- Cornice non inclusa
N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna.
Dopo l’ordine attendi conferma via mail quando saranno disponibili per il ritiro c/o Libredicola, all’interno della stazione ferroviaria di Ferrara.
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Illustrazione di Andrea Amaducci @andrea_amaducci_
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Andrea Amaducci, 1978, artista visivo e performer. Esordisce da adolescente come ginnasta e si forma sulla scena con il Teatro Nucleo di Ferrara. Performer di Collettivo Cinetico dalla sua fondazione nel 2007 e designer dell’etichetta discografica Hell yeah Recordings dal 2011. La stratificazione delle esperienze prende forma negli ultimi anni con la realizzazione di eventi complessi che ruotano attorno a una proposta espositiva, volta allo studio delle relazioni e dei cortocircuiti della società e del sistema dell’arte.
Esaurito
Descrizione
Chi vive a Ferrara lo avrà visto spesso sui muri, ma ce ne sono sparsi per l’Italia e all’estero. L’Alieno con il naso rosso di Amaducci è il suo alter ego disegnato con appena due marker a punta grossa, un personaggio che dice tantissimo pur essendo raramente affiancato alle parole. Eppure le frasi che hanno dato uno sberlone alle nostre coscienze sono rimaste indelebili anche quando qualcuno le ha ricoperte di bianco, per censurare e tranquillizzare. Come quella “Ferrara 500 anni fa era New York” che fa riflettere molto su chi eravamo e chi siamo oggi.
In copertina un dettaglio del protiro della Cattedrale di Ferrara, con la loggia contenente la statua della Madonna con bambino, qui sostituita da un monaco shaolin.
“Protiro” fa parte di un ciclo di opere che mettono in relazione il monaco shaolin, i luoghi e le architetture di Ferrara.
Il monaco è la metafora del cittadino che dovrebbe vivere e militare la città con la disciplina e la perseveranza di uno shaolin e quindi intrinsecamente guerriero e resistente (contro il logorio della vita moderna se non altro). La mostra dove venne esposto ragionava in termini sociali e biologici sul tema del “degrado”, il colore arancione del monaco è stato diluito con il sudore dell’artista, degradante e mutevole.