N. 20 Martina Buiat

30,00 

  • Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
  • Formato A3, 297 mm x 420 mm
  • Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
  • Cornice non inclusa

N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna.
Dopo l’ordine attendi conferma via mail quando saranno disponibili per il ritiro c/o Libredicola, all’interno della stazione ferroviaria di Ferrara.


Illustrazione di Martina Buiat @la.mamola

Sono nata a Trieste ma vivo a Ferrara dai tempi dell’università. Sono un fisico e faccio l’educatrice museale. Durante il lockdown il Museo nel quale lavoro ha chiuso, così per tenermi occupata e calmare la mente ho imparato a ricamare. Il tessuto non mi dava soddisfazione, così ho cominciato a ricamare vecchie cartoline e fotografie trovate nei mercatini dell’antiquariato, e scoprendo una nuova passione che non ho più lasciato.
La parola “mamola” a Grado, splendida città di mare in cui è nata mia madre, significa ragazza.

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Descrizione

Proprio nel cuore della rinascimentale addizione Erculea a Ferrara, c’è un palazzo bianco elegantissimo, interamente ricoperto di diamanti (di marmo!). Si trova all’incrocio tra Corso Ercole I d’Este e Corso Porta Mare nel cosiddetto Quadrivio Rossettiano, e in effetti il Palazzo dei Diamanti venne progettato proprio da Biagio Rossetti per conto di Sigismondo d’Este nel 1493. Oggi è sede di prestigiose mostre di arte contemporanea e ospita al primo piano la Pinacoteca Nazionale fin dal 1866.
Il suo caratteristico bugnato composto da 8550 punte di diamante marmoree bianche e rosate è citato anche nell’Orlando Furioso: “tutto d’una gemma è ‘l muro schietto più che carbonchio lucida e vermiglia”.
Diamanti da toccare con mano passandoci a fianco, da ammirare al tramonto quando il gioco di chiaroscuri affascina turisti e fotografi, da contare e ricontare perdendosi a pensare in quale sarà celato quel vero diamante di inestimabile valore, che secondo la leggenda Ercole I d’Este volle nascondere durante la costruzione.
Solo il duca ne conosceva l’esatta posizione, oltre naturalmente al capomastro addetto ai lavori. Perché non lo rivelasse mai ordinarono di accecarlo e privarlo della lingua!