N. 101 Claudio Gardenghi
da 20,00 €
- Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
- Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
- Timbrato a secco “The Ferrareser”
- Cornice non inclusa
N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna. Dopo l’ordine attendi conferma via mail per il ritiro di persona, oppure scegli la spedizione con corriere espresso in tutta Italia.
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Illustrazione di Claudio Gardenghi @claudio_gardo
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Nato nel 1949 a Madonna Boschi, ho frequentato il Dosso Dossi e l’Accademia di Belle Arti a Bologna. Molti gli ambiti espressivi attraversati, dal rendering architettonico all’arredamento, dal design al fumetto e infine all’illustrazione: selezionato alla Fiera del Libro di Bologna nel 1988, 1989, 1994, 1996, 2005. A “The Golden Pen” of Belgrade nel 1989 e a “Paint our Birthday” Bologna per UNICEF 1991, dove ho vinto nel 1994 l’Illustrators of the Year Award. Dal 1994 collaboro con la casa editrice Grimm Press di Taiwan. Di recente in mostra alla Galleria del Carbone e su queste pagine: ciò che amo dell’illustrazione è raccontare emozioni senza le parole, oltre le parole… nel silenzio.
Descrizione
“Quando passo davanti a Savonarola, non posso fare a meno di pensare: povero Girolamo, con tutta la tua furia e i tuoi sermoni, alla fine non hai cambiato il mondo…. E la mente vola a Mosè sul Sinai: quaranta giorni e quaranta notti bastarono per lasciarli soli e ritrovarli già a ballare attorno a un vitello d’oro. L’essere umano, si sa, ha la memoria corta – soprattutto quando si tratta di princìpi.
Savonarola, invece, era tutto fuorché smemorato. Rompeva le scatole ai potenti con costanza esemplare, tanto da meritarsi un bel rogo. D’altra parte, chi combatte la corruzione spesso finisce per diventare cenere nella piazza, mentre chi la pratica ci costruisce sopra un palazzo.
E oggi? Beh, oggi l’erede spirituale di Savonarola pare un po’ stanco, con lo sguardo smarrito, come chi è stato sostituito da un idolo molto più… terra-terra. Non più un vitello d’oro, ma un maiale, letterale e simbolico.
A Ferrara “maial” è un’esclamazione duttile: può dire tutto e niente, dallo stupore alla disgrazia. E come si suol dire, del maiale non si butta via niente. Anzi, è buono sempre. Così buono, pare, che il suo sapore addormenta persino le coscienze. Meglio di una ninna nanna.”
C.G.


